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lunedì 22 febbraio 2010

La Sicilia in Bici - un'esaltante avventura in cinque giorni


Giovani @ TENTAZIONI - ITINERARI
di Marco Ascione

... Eppure più si sale lungo il monte Alveria più si vorrebbe salire. Il mare è una linea cangiante sull'orizzonte. I mandorli e gli ulivi sono macchie che si dischiudono ad ogni tornante. Ci troviamo in Sicilia io e Paolo, l'altro folle che con me ha deciso di battere palmo a palmo lo spicchio sudorientale dell'isola. E' la prima settimana di aprile, il clima è perfetto: sole appena velato dalle nuvole, aria secca e temperatura un filo sotto i 25 gradi. Alla fine nell'arco di cinque giorni saranno 330 i chilometri percorsi. Partenza da Palazzolo Acreide, sui monti iblei, lungo il confine della provincia di Ragusa, e arrivo a Siracusa, capitale della Magna Grecia, come ci rammenta il nostro cicerone, Giuseppe Montalto, un ragazzo dall'aria sveglia che - dopo averci pescato all'aeroporto di Catania - ritiene sia cosa buona e giusta, prima della consegna delle biciclette, la degustazione di un ineguagliabile cannolo: un rito propiziatorio che verrà religiosamente ripetuto ad ogni tappa.

Perché sia chiaro: QUESTO VIAGGIO NON E' ROBA DA CULTORI DELLO SPINNING FINE A SE' STESSO. Qui si tratta di un tuffo fra sapori e natura. E la forma fisica è un mezzo, non un fine.

Tra l'antica Akrai e la città del tiranno Dionisio esiste un caleidoscopio di paesaggi, antiche città e diverse parlate. E noi lo attraversiamo un po' provati (ma non domati) dalla bicicletta e incalzati da una curiosità crescente. C'è Modica, dove piantiamo la prima bandierina dopo aver pedalato per 60 chilometri (da programma dovevano essere 42...). E' la patria di Quasimodo, ma anche di raffinate cioccolate al peperoncino. Quindi, giorno per giorno, scopriamo le mille chiese di Scicli, la rupe di Ispica, le sconfinate piantagioni di pomodoro di Pachino, lo splendore barocco di Noto, le tonnare di Marzamemi e lo spettacolo dei due mari che s'incrociano all'altezza dell'Isola delle Correnti. Da una parte il Tirreno, agitato. Dall'altra lo Ionio, serafico.
All'arrivo in premio c'è l'isola di Ortigia, il cuore di Siracusa, che vista dalla penisola della Maddalena appare come un miraggio. La formula adottata per il viaggio è sempre la stessa. Quella già sperimentata con successo negli anni scorsi per il tragitto da Vienna a Budapest o per il giro dell'Olanda fino al profondo nord delle isole Frisone: gli alberghi lungo il percorso sono tutti prenotati dall'agenzia, che fornisce le biciclette e si occupa dello spostamento dei bagagli da una tappa all'altra, nonché dell'indicazione del percorso con relative mappe. Noi ci aggiungiamo del nostro. Accade così che a Noto si dedica una variazione (una delle tante) rispetto al tragitto segnato. Biciclette puntate sul monte Alveria. Obiettivo Noto Antica, la città fondata nel V secolo a.C. e distrutta dal terremoto del 1693. Si possono perdere le antiche rovine? No, non è concesso. Infondo, la fatica moltiplica il gusto. Sulla porta principale di Noto Antica c'è una scritta in latino: numquam vi victa, mai conquistata con la forza. Ma, in bicicletta è una bella conquista.
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